Solitamente dopo la cena intrisa di
polvere di marmo al sapore di crocette di bronzo e lettere in
alluminio, Aurelia preparava il ”veggio” per scaldare il letto
prima di coricarsi. Il veggio era una sorta di contentitore di coccio
pieno di brace che veniva appeso ad una cupola formata da intrecci di
stecche di legno con un gancio di ferro posto centralmente al culmine
della volta. Tutto l'arcano la nonna lo inseriva sotto le coperte e
questo diventava il prototipo di coperta elettrica trasformando il
letto in qualcosa di simile ad un sarcofago rigonfio ….
Quella sera Andrea sbottò dopo la
solita operazione di Aurelia:
“Ecco è proprio questo che
intendevo! Non solo la bara va sostituita ma dobbiamo modernizzare
anche la nostra abitazione come si permettono di farci vivere in
queste condizioni? Prima o poi la nonna trasformerà la casa nel
forno crematorio che Vittorione vuole!”
Infatti il giorno stesso Vittorione
proseguì con il proprio programma elettorale.
Spiegando a tutti quanto fosse assurdo
che anche dopo morto che un cittadino dovesse essere ancora parte
integrante del sistema consumistico di questa società. Per anni
continua ad essere costretto a pagare: bollette della luce (lampada
votive corrente alla società che gestiva (silve) la manuntezione
della lapide, i costo dei fiori freschi la rata del loculo o tomba
che sia e così in eterno questa è la vera immortalità che ci
aspetta, non finire mai di consumare e pagare!
In totale anti tesi Enzino che ribadiva
quanto fosse importante il rito della memoria dei famigliari etc. etc.
Fu un periodo impegnativo per tutti, e
il “seggio” sostituì il “veggio” per l'intera campagna
elettorale.
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