29° episodio de "L'Aiuto Becchino"
L'estate precedente Remo mi aveva portato in casa di un defunto per assisterlo nella vestizione e preparazione dell'esposizione durante la veglia. Ero in casa al riparo dall'afa pomeridiana intento a giocare con Big Jim. Questa specie di manichino mobile e morbido alto ben 25 centimetri, la cui funzione principale era quello di cambiargli abito trasformando completamente il suo ruolo sociale da soldato semplice di fanteria a raffinato dandy a giocatore di basket, era un regalo imprevisto di mia madre. Conseguenza di un latente senso di colpa per non avermi portato al cinema con lei nell'ultima settimana.
Il guardaroba del mio Big Jim era esiguo, costituito solo dalla divisa di fante dell'esercito americano e un costume da bagno, un paio di pantalocini rossi decorati da una striscia laterale bianca. Nei miei giochi con lui sostenevo che, nella versione balneare, fosse un famoso cacciatore di safari in vacanza su un isola tropicale a godersi il meritato riposo dopo una lunga ed estenuante caccia grossa.
Remo si convinse che avessi fatto già abbastanza esperienza con Big Jim e fossi pronto ad assisterlo nella vestizione di altri tipi di manichini.
La preparazione del cadavere per l'esposizione e la veglia è stata sempre considerata un momento essenziale del distacco ed è legato alla volontà di smorzare l'impressione della morte dal viso e dal corpo del defunto, per presentarlo nella forma più accettabile possibile, quasi fosse ancora vivo.
Ma ci sono alcuni elementi di ordine biologico da prendere in considerazione quando facciamo un'operazione di questo tipo. Pochi minuti dopo la morte di un essere vivente inizia il processo di decomposizione. I cambiamenti chimici dell'emoglobina, dovuti alla mancanza di ossigeno, provocano una trasformazione cromatica dell'aspetto esteriore. La flora intestinale prolifera e si sviluppano i batteri che non necessitano di ossigeno, producendo anidride carbonica e metano. Il corpo si gonfia a causa di questi gas con conseguente fuori uscita dei liquidi corporali e male odori. Il tempo del processo di decomposizione dipende anche dalla temperatura in cui il corpo giace, quindi in estate in un ambiente non ventilato, la velocità di questo processo diventa più veloce e il rigor mortis impedisce la mobilità stessa del corpo. Di questo nessuno mi aveva avvertito, tanto meno Remo.
Arrivati nell'abitazione del defunto, Remo chiese subito ai familiari il vestito. Io deposi con cura l'abito sulla sedia accanto al letto dove era disteso un anziano signore ancora in pigiama. Al primo tentativo di mio padre di alzare il busto del signore, questo emise un rumore sinistro accompagnato da un odore per niente piacevole: spaventato feci un salto indietro urtando la sedia dove era sistemato l'abito cadendo sul pavimento insieme al vestito. Remo si accorse che forse la pratica su Big Jim non mi aveva ancora preparato in maniera sufficiente per questo tipo di vestizione. Allora mi fece uscire dalla stanza, sostituendomi con alcuni familiari del signore in pigiama. Questa fu la mia prima e unica esperienza di quel tipo. Ma alla vestizione di Nonna Aurelia partecipai anch'io. Il corpo di Aurelia era già rigido e leggermente gonfio. Per evitare rischi, fu deciso di tagliare il retro dell'abito facendolo indossare solo dalla parte esposta. Camicia, gonna e giacca furono tagliate con precisione da Bianca e le mie sorelle prepararono le migliori spille e monili della nonna, estremo atto di vanità femminile. Il rosario fu utilizzato per tenere unite le mani. Le scarpe quasi nuove, i capelli pettinati con cura, un filo di rossetto alle labbra e una piccola rosa bianca sul petto: Aurelia era pronta per farsi ammirare ancora una volta. Tutti in silenzio accanto a lei a guardare quanto era bella. Ero arrabbiato, non mi aveva salutato e l'ultima sua esibizione non fu per me. Ma pensai che forse era stanca e morire era una buona scusa per non vivere e faticare ancora.
Guarda, penso che si possa superare tutto, il Big Jim con solo un costume, la nonna vestita solo davanti... ma Greenaway no, è troppo!
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