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lunedì 10 settembre 2012

Il mio ex "giardino monumentale d'infanzia"


Rovistando tra il deposito della memoria, ho ritrovato una cartolina postale raffigurante il mio giardino in stile "eclettico" con elementi gotici su struttura pseudo romanico-toscano con influenze rinascimentali.
Sul timpano centrale una statua di San Sebastiano in pieno martirio, simbolo e santo protettore delle Arciconfraternite italiane.

San Sebastiano di Guido Reni


L'iconografia classica di San Sebastiano lo raffigura durante il suo martirio trafitto da frecce mentre lui seminudo è legato ad un albero. La posa languida e per alcuni versi ambigua e l'espressione del volto quasi "soddisfatto", ha ispirato Yukio Mishima per la sua opera "Confessioni di una maschera" e non solo. 



"Era una riproduzione del San Sebastiano di Guido Reni. Il tronco dell'albero del supplizio, nero e leggermente obliquo, campeggiava sullo sfondo tizianesco d'una tenebrosa foresta e d'un cielo serotino, fosco e distante. Un giovane di singolare avvenenza stava legato nudo al tronco dell'albero, con le braccia tirate in alto, le cinghie che gli stringevano i polsi incrociati erano fermate all'albero stesso. Non si scorgevano legami d'altra sorta, e l'unico rivestimento delle nudità del giovane consisteva in un ruvido panno bianco che gli fasciava mollemente i lombi.



Immaginai che fosse la descrizione di un martirio cristiano. Ma siccome era dovuta a un pittore della scuola eclettica derivata dal Rinascimento, anche da questo dipinto che raffigurava la morte di un santo cristiano emanava un forte aroma di paganesimo. il corpo del giovane - lo si potrebbe perfino paragonare a quello di Antinoo, il favorito di Adriano, la cui bellezza fu così spesso immortalata nello scultura- non reca alcuna traccia degli stenti o dello sfinimento derivati dalla vita missionaria, che improntano l'effigie dei santi: questo palesa invece unicamente la primavera della gioventù, unicamente luce e piacere e leggiadria.



Quella sua bianca e incomparabile nudità scintilla contro uno sfondo di crepuscolo. Le braccia nerborute, braccia di un pretoriano solito a flettere l'arco e brandire la spada, sono levate in una curva armoniosa e i polsi s'incrociano immediatamente al di sopra del capo. Il viso è rivolto leggermente in alto e gli occhi sono spalancati, a contemplare la gloria del paradiso con profonda tranquillità. Non è la sofferenza che aleggia sul petto dilaniato, sull'addome teso, sulle labbra contorte, ma un tremolio di piacere malinconico come una musica. Non fosse per le frecce con le punte confitte nell'ascella sinistra e nel fianco destro, egli sembrerebbe piuttosto un atleta romano che allevia la stanchezza in un giardino, appoggiato contro un albero scuro.



Le frecce si sono addentrate nel vivo della giovane carne polposa e fragrante e stanno per consumare il corpo dall'interno con fiamme di strazio e d'estasi suprema. Ma il sangue non sgorga, non ha ancora infuriato il nugolo di frecce che si vedono in altri dipinti del martirio di San Sebastiano. Qui invece, due frecce solitarie mandano le loro ombre quiete e delicate sopra la levigatezza della pelle, simili alle ombre d'un ramo che cadono su una scala di marmo."

Yukio Mishima 




Mishima che interpreta San Sebastiano


Così il nostro caro San Sebastiano, dall'alto della sua posizione, vegliava dolcemente anche sulla mia famiglia per l'intera durata del nostro "patronato cimiteriale".


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