La dittatura del monopolio televisivo di quarantacinque anni fa mi impose la visione serale del "Il posto delle fragole" di Ingmar Bergman. La sequenza iniziale del sogno del protagonista, provocò un leggero disorientamento pre-adolescenziale. Vedere uno dei miei primi film in un locale arredato principalmente da accessori funebri misti alla dispensa della cucina, all'interno di un cimitero; aggiunse ulteriore confusione a quel "habitat di crescita e formazione" molto personale.
I sogni nel cimitero....
4° puntata de "L'aiuto Becchino"
Mia madre si era gettata alle spalle i sogni di una vita ricca di piccole gioie ed emozioni legate alle sue aspirazioni di cantante. Incallita amante dell'opera lirica, Bianca, navigava ormai con un sentimento di serena rassegnazione nella vita che si trovava a condurre. Nei ritagli di tempo rubati dai fornelli e la vendita degli accessori per le "porte dei mini appartamenti condominiali" (lumini, mazzolini di fiori, lampade votive, etc.), si dilettava a suonare il piano a muro posizionato nella stanza principale, semi nascosto dai mucchietti di lettere in bronzo e pezzi di marmo avanzati da qualche lavoretto di mio padre.
Il volto di Bianca era luminoso e florido. Una donna di mezz'età leggermente obesa ma con una dolce allegria interiore che la rendeva ancora piacevole, confermato dal ronzio che produceva intorno a lei, Enzino.
Enzino era uno scapolo del paese che si arrangiava con lavori su commissione dati dai parenti dei defunti. Provvedeva al cambio dei fiori, la pulizia delle lapidi, i lumini e così riusciva a strappare una modesta rendita mensile che gli permetteva di sopravvivere in una modesta casetta in paese.
Questa sua attività, lo portava a frequentare quotidianamente il nostro giardino e in famiglia s'insinuava che i suoi modi gentili e timidi, segnati da un grosso imbarazzo nei confronti di Bianca, fossero i sintomi del suo velato corteggiamento a mia madre.
Remo non si preoccupava più di tanto, poiché aveva il sospetto che Enzino fosse una "donnacchera". Questa era la voce ricorrente che circolava in paese. In realtà Enzino, aveva un aspetto dimesso e triste, la sua esile figura ricurva tradiva il suo stato di profonda solitudine e infelicità. Sbrigare questi lavoretti gli dava la possibilità di allontanarsi dalle malelingue paesane e godere di una compagnia meno ostile.
Enzino visto da Otto Dix |
Enzino arrivava in cimitero con la sua bicicletta che appoggiava al muro della mia abitazione e nonostante tutte le maldicenze, da tutti noi era benvoluto e rispettato. L'unica persona che lo derideva con battutine velenose, era Vittorione e tra i due aleggiava un sottile filo d'odio.
Queste erano i personaggi con cui condividevo la maggioranza delle mie giornate e con i quali ho iniziato il mio viaggio. Ne manca ancora uno, fondamentale per il proseguo del racconto di queste memorie...
che meraviglia....
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