11° episodio de: “L'aiuto Becchino”
Si stava avvicinando il primo novembre e di mio fratello ancora nessuna notizia. Quella ricorrenza era per il mio giardino l’unica occasione dell’anno per mettersi a lucido. Tante visite, cerimonie e baracconi da luna park. Si, nella strada che conduce al cimitero, per due giorni, erano parcheggiati banchi di ogni tipo: venditori di mele rosse caramellate, giocattoli, fiori, come nelle migliori fiere paesane. Insomma, lo strano sogno che feci qualche giorno prima, forse era anticipatorio di quest’altra strana festa.
In questa occasione, tutti noi della famiglia eravamo impegnati per molti giorni prima dell'evento. Ognuno aveva un compito; le donne erano nel settore floricultore, prepare mazzolini di crisantemini e rinfrescare i crisantemi grandi in attesa di venderli. Gli uomini dovevano preparare i migliori accessori per le lapidi per invogliare la loro decorazione. Enzino era incaricato di fare le pulizie di primavera alle varie cappelle private e tombe “a terra”. Vittorione in quei giorni non si faceva vedere, non amava il "carosello".
A me rimaneva il compito del “parco luci”, l'intera gamma di lumi, lumini, ceri e tutti i più moderni gadget illuminotecnici che potevano illuminare a festa i vari “appartamenti” del condominio; era di mia competenza. Infine, dovevo fare da assistente-chierichetto a Don Spartaco nella Santa Benedizione del cimitero (l'evento conclusivo della festa). Insomma in quei giorni un grande fremito di vita, invadeva la famiglia e animava tutta la nostra abitazione, un vero Carosello stava per iniziare e per questo che non capivo il motivo della sospensione della trasmissione del Carosello televisivo per il 2 novembre. Una sorta di bizzarro e ironico destino; mi vietava la visione serale del carosello in TV ma mi faceva protagonista di una processione di colori, rumori e vitalità dal vivo direttamente in casa mia!
E l’ultima sera di festa, quando i banchi cominciarono a svuotare la strada e il giardino era pieno dell’odore di cera consumata degli innumerevoli lumini depositati sulle lapidi; arrivò in casa nostra Andrea con Anna. La felicità del ritorno di mio fratello fu grande quanto la sorpresa di sapere che Anna era leggermente “ingrassata”. Aspettavano un bambino, tutti abbracciammo Andrea e per ultimo seguì l’esempio della famiglia anche Remo, il quale accolse Anna con un accenno di sorriso, probabilmente il massimo di approvazione che mio padre poteva produrre. Mia nonna Aurelia, mentre Bianca singhiozzava, decise che il giorno dopo ci sarebbe stata una cena ufficiale per festeggiare “il lieto evento”.
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