L’autoclete
Quando il sipario macabro con rumore di ventaglio ripiegò verso la soffitta la sua grande ala rossa, un pozzo d’ombra s’aprì e sbadigliò davanti a noi una ghul.* Simili a lucciole le candele di resina portavano pretenziosamente i loro occhi nelle unghie delle loro mani di gloria, come le lumache in cima alle corna. E noi fummo presi da un fremito improvviso a quel pensiero, che delle marionette avrebbero, con i loro lazzi, spianato le nostre fonti cupe, perché sembrava che su una tal scena al brio degli attori di legno dovesse applaudire la claque d’ossa dei mascellari.
* Vampiro femminile che divora i cadaveri nei cimiteri.
"Guignol" di Alfred Jarry
21° episodio de "L'Aiuto Becchino"
Marco era talmente rapito dalla sua idea di realizzare uno spettacolo teatrale nel cimitero che non sembrava più lui. Neppure Graziella sembrava turbarlo come sempre.
Marco coltivava la passione del teatro gestendo un piccolo gruppo di attori amatoriali del paese e dopo aver visto in città uno strano film tratto dal testo teatrale di Oscar Wilde, gli era nata quest'idea bizzarra che il luogo deputato per eccellenza per la messinscena di quel testo fosse il nostro giardino e come palcoscenico principale la cappella centrale.
Aveva già disegnato alcuni bozzetti della scenografia “naturale” dello spettacolo, utilizzando le luci naturali del giardino di notte e con una semplice aggiunta di un grande velo di tulle viola, per celare le lapidi delle pareti laterali della cappella: l'allestimento scenografico era fatto. Era il naturale luogo per rappresentare quel dramma.
Marco parlò con Remo, il quale non smetteva di scuotere la testa ad ogni frase che pronunciava, ma era tale l'entusiasmo di Marco che contaminò tutta la famiglia. La nonna cercava di convincere Remo dicendogli che l'idea assurda di Marco era possibile, perchè lei in 50 anni aveva visto altri tipi di dramma in quel giardino e Salomè avrebbe dato finalmente un senso diverso a quel luogo, un senso reale di vita.
Remo accettò di parlarne con l'ispettore dell'Arciconfraternita ma era ancora molto scettico.
Senza attendere l'esito del colloquio con l'ispettore, Marco cominciò ad organizzare le prove e distribuire ruoli e mansioni a tutti noi. Graziella, accantonando le consuete ritrosie dimostrate nei confronti di Marco, si era resa disponibile nel ruolo di protagonista, improvvisandosi attrice di grande esperienza. Anche Enzino decise che avrebbe partecipato in qualche modo all'evento. Gabriella era diventata la costumista. Andrea, dopo un'esitazione iniziale, si rese disponibile come tecnico e aiuto regista. Bianca e Aurelia erano diventate le “promoteur” dell'evento.
Ma il nostro regista, voleva fare tutto in modo professionale ed organizzò un calendario per le prove da fare esclusivamente in notturna, a “cancelli chiusi” lontano da occhi indiscreti e senza rischiare di urtare la suscettibilità dei "visitatori".
E poi? E poi? E poi? Tu che facevi? La testa di Giovanni?
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