perennemente in viaggio

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perennemente in viaggio ...sempre in classe economica...

martedì 7 febbraio 2012

La monotonia del lavoro che non muore mai.

monotonia: sgradevole insistenza e ripetizione di stessi fatti, situazioni etc.
uniformità: di colori, sensazione di noia causata dal costante e invariato ripetersi di medesimi fatti o situazioni.
tedio: la monotonia di un'esistenza sempre uguale

20° episodio de "L'Aiuto Becchino" 


Mia nonna Aurelia aveva altre due figlie: Onelia e Liliana, che insieme a mia madre, aveva costudito il giardino durante l'ultimo conflitto mondiale; cosa per la quale le aveva valso la medaglia d'oro al valore civile. Riconoscenza dell'intera comunità locale, dimenticata molto presto... Il marito di Aurelia, Olinto, era morto prima della guerra per una banale polmonite. Mio padre Remo era subentrato al termine della guerra per quella strana serie di eventi che intrecciati tra loro costruiscono la trama della vita di ciascuno di noi.  
Remo, mentre tornava su al nord a coltivare la terra dei propri genitori, inciampò in una tappa di viaggio in Toscana che poco dopo si trasformò nella meta della sua vita. Incontrò contemporaneamente: amore, lavoro, casa e nuova famiglia. Non si fece scrupoli in nessuno dei casi. Sposò Bianca, prese possesso del nuovo lavoro, che in parte gli ricordava quello precedente, in fin dei conti aveva sempre a che fare con la terra e dopo le poche ma fondamentali istruzioni di nonna Aurelia cominciò una nuova “vita”. In quel giardino e nel paese si fece benvolere da tutti, grazie anche al suo carattere riservato ma bonario. 
Molti, per mostrare il loro livello di rispetto, gli ricordavano spesso quanto fosse fortunato ad avere "un lavoro che non morirà mai!" ed immediatamente gli chiedevano la cortesia di depositare dei fiori ai loro cari o di prendersi cura dei loro appartamenti, perchè impossibilitati a farli visita in prima persona. 
 Remo non si pentì mai di aver colto quella opportunità offertagli dal incontro con Bianca. Si adattò subito al giardino, come se non avesse fatto altro in vita sua e se fosse naturale "campare" la propria famiglia in quel posto. La monotonia di quel lavoro non la sentì mai.
Così, io e i miei fratelli avevamo aperto gli occhi in quella piccola parte di mondo che solo apparentemente sembrava che avesse molto poco in comune con le restante porzioni di mondo. Era normale che mio fratello mi avesse insegnato come scovare le lucertole sotto le piccole lapidi delle tombe dedicate alle suore. Era normale sentire la fiaba del guanto nero che vagava di notte alla ricerca della defunta padrona e non quella della piccola fiammiferaia o di cenerentola. Era ovvio che le mie sorelle mi insegnassero a ballare sulle melodie di Rita Pavone, Gianni Morandi e Caterina Caselli sul "palco" della Cappella Centrale. E soprattutto era ancor più ovvio che mio padre, per sfuggire alla calura estiva, era solito coricarsi nei loculi liberi, dove affermava che si riposasse benissimo.

Things to come (regia di W. C. Menzies tratto da  un romanzo di H.G. Wells)

La mia visione del mondo non era limitata ne stravolta dal giardino, perchè mi appassionavo talmente tanto ai film di fantascienza trasmessi in tv, da ricavare un giudizio obiettivo e reale sul mio mondo e quello di "fuori" dal giardino.
Un pomeriggio arrivò Marco, gli corsi incontro perchè volevo raccontargli il film visto poche sere prima: "La vita futura nel 2000: guerra o pace". Un vecchissimo film inglese che mi aveva letteralmente rapito. Ma il mio entusiasmo si scontrò con quello di Marco perchè voleva parlare a Remo per proporre la realizzazione di uno spettacolo teatrale nel giardino...

2 commenti:

  1. ma i podcast quando saranno pronti?

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  2. Giacomo, tu queste due passioni le devi unire. Come? Che ne dici di un progetto conservativo delle foto delle lapidi, quelle in bianco/nero su ceramica, almeno fino agli anni 50? Facce che documentino come eravamo prima degli americani, prima della fantascienza. Penso che ogni comune dovrebbe avere un muro tappezzato di queste testimonianze via via che vengono smantellate. A volte si trovano facce bellissime, a volte non si distingue la sposa dallo sposo, in parecchie si rispecchiano le stagioni, i mestieri, le fedi.
    Ho paura che i tuoi ricordi non bastino.

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