perennemente in viaggio

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perennemente in viaggio ...sempre in classe economica...

lunedì 20 febbraio 2012

Il "Preposto" contro l'articolo 18


23° episodio de "L'Aiuto Becchino"


Angela aveva parlato con alcuni compagni di scuola del teatro nel mio giardino che a loro volta  ne avevano parlato in famiglia. Così la notizia delle prove aveva fatto il giro del paese e si sa, il paese è piccolo e la gente... Alla fine, ad assistere a quella prova dove mia sorella Graziella si aggirava tra gli “appartamenti” principali del cimitero seminuda, c'erano tutti i ruspanti giovani dell'intero contado. 
Il giorno dopo non sapevo come presentarmi a scuola. La derisione quotidiana nei miei confronti era ormai sopportata e non mi infastidiva più di tanto. Ma quella mattina ero particolarmente indispettito dall'atteggiamento dei miei compagni che ovviamente erano già a conoscenza di tutto. I loro sghignazzi mentre inscenavano una patetica pantomima, mi resero alquanto nervoso. 
Un ragazzo a gambe nude sopra la cattedra mimava la danza dei sette veli con altrettanti grembiuli, mentre tutti gli altri sotto di lui ammiravano le beltà scoperte in atteggiamenti inequivocabili. Con lo sguardo cercai Angela la quale, era completamente imbarazzata e stretta in angolo della classe cercava di chiedermi scusa con gli occhi, ma ormai il sangue aveva raggiunto il livello di ebollizione e per raffreddarlo stavo per scaraventarmi contro quella oscena Salomè, me lo impedì l'entrata di Suor Valeria che pose fine a quella farsa con una preghiera purificatrice. Più tardi, ebbi anche la gradita visita di Suor Luciana...
Remo fu convocato immediatamente dall'Arciconfraternita, addirittura doveva incontrare personalmente il Venerabile Preposto Cav. Girolamo Guendalini. Tutti noi temevamo che la conseguenza sarebbe stata molto grave e definitiva. Il Preposto non dava mai udienza ai dipendenti dell'Arciconfraternita e tanto meno al custode del cimitero che neanche conosceva. Il Preposto era a capo del “Magistrato”; organo istituzionale, supremo consiglio deliberante di tutta l'Arciconfraternita che coordinava l'attività generale della Fratellanza. Il Cav. Girolamo Guendalini, era una figura fantomatica su cui aleggiava una serie di leggende ove si narrava che nessuno l'avesse mai visto in volto perchè solitamente si presentava agli incontri con una luce alle sue spalle tale da proiettare la sua silhouette su una garza  semitraparente posta a mò di divisorio tra lui e   il disgraziato l'interlocutore e la sua voce, solenne e intimidatoria, era seguita da un effetto sonoro di eco che ricordava vagamente il tuono dei temporali.


Nessuno in casa osava parlare. Marco era devastato, si sentiva tremendamente in colpa per tutto quanto e tentava inutilmente di consolare Graziella, la quale aveva giurato che non sarebbe mai più uscita dal nostro giardino, tanto era la vergogna che provava, e per vincere il suo stato di frustrazione, aveva pensato bene di scagliare contro il povero Marco tutti i suoi amati 45 giri. Si fermò solo quando prese in mano il disco di Rita Pavone “Datemi un martello”, che gli suggerrì di passare ad altro. Andrea era in ansia perchè si immaginava la reazione dei genitori di Anna. Primo e Cosetta, la regale coppia della carne macellata, infatti erano a capo del sentimento comune del paese che voleva spingere l'Arciconfraternita, a prendere l'inevitabile decisione a tutela della decenza e dignità della comunità: il licenziamento di Remo. Dopo le sciagurate malefatte di Vittorione, si aggiungeva anche questo; il limite era stato oltrepassato.


Remo si vestì in “montura”, la divisa ufficiale dei Fratelli dell'Arciconfraternita e si apprestò ad incontrare il Preposto. In un silenzio di “tomba”, stava per oltrepassare la soglia del cancello che divideva la nostra isola dal resto del mondo, quando nonna Aurelia lo chiamò e gli disse a voce alta, attenta che sentissero tutti:
“Remo, non devi andare con questo volto. Devi avere il volto pulito e luminoso della tua coscienza pulita e luminosa. Credi che il Preposto possa sostituire te e tutti noi così facilmente? Sii fiero di tutto quello che hai fatto, anche di questo ultimo tentativo di vita che hai dato a tutti noi!”

Mio padre, senza voltarsi a salutare, prese  la 500 familiare bianca e si avviò verso l'ncontro che poteva cambiare il nostro destino.

1 commento:

  1. Forte la figura del Preposto, prima ancora del Superarcimegadirettore di Fantozzi! Beh... comunque... come giardino... un po' agitato lo era!!

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