perennemente in viaggio

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perennemente in viaggio ...sempre in classe economica...

lunedì 9 gennaio 2012

"Angeli e follia"


La quiete prima della....

14° episodio:  de "L'Aiuto Becchino"


Così il giardino riprese la sua routine normale. Mio padre continuava taciturno il suo lavoro, le mie sorelle si becchettavano su quale canzone ascoltare e quale vestito mettere, Andrea continuava a lavorare con mio padre ma con la testa altrove, ed io, mentre la fine della scuola si stava avvicinando, mi sentivo sempre più confuso ed imbarazzato sui tanti pensieri che gli ultimi avvenimenti mi avevano provocato.
Un quieto pomeriggio al giardino, in cui mia nonna era intenta a spennare un pollo davanti casa nostra, io avevo deciso di lasciarmi trascinare dalla narrazione dell'ultimo film visto da mia madre. 
Bianca tra i suoi svaghi preferiti, c'era la passione per il cinema. Non raramente si concedeva il lusso di andare in città, con la scusa che la spesa migliore era al mercato cittadino, e una volta in città, non mancava l'appuntamento con la sala cinematografica. Un'evasione dalla realtà del giardino, che le era concessa benevolmente da Remo e tutti quanti noi. La questione era che doveva condividere ciò che aveva visto con qualcuno, e priva dell'arte della sintesi,  il suo racconto aveva solitamente una durata maggiore del film in oggetto. Bianca non aveva una preferenza di generi cinematografici, la scelta del film era basata principalmente dalla collocazione geografica della sala e dall'orario d'inizio proiezione e tutto doveva creare un'armonica combinazione con l'orario del bus per il ritorno. Quella volta, il suo personale criterio di scelta cinematografica “spazio-temporale”, aveva determinato la visione di “Il gatto a nove code”. Quale migliore evasione per dimenticare temporaneamente il nostro giardino: un film in cui una delle protagoniste di nome Bianca è coinvolta in una serie di allucinanti omicidi e la scena clou è ambientata in un cimitero?

Dopo la prima ora di narrazione di mia madre, ero già stordito dalle dettagliate scene raccontate, improvvisamente entrò Vittorione con la sua bicicletta. Lanciato sul viale principale del giardino, sembrava che non volesse più fermarsi. Giunto ai piedi della cappella centrale, gettò la bici a terra e si scagliò con una vanga contro una statua rappresentate un triste angelo ad ali raccolte e su di esso, senza un'apparente motivo, scatenò la sua ira repressa riducendolo in mille pezzi provocando molteplici bianche nuvole di marmo che coprirono una gran parte del giardino. Remo, Andrea, perfino Enzino, faticarono non poco per fermarlo e calmarlo. Solo il giorno dopo scoprimmo che il motivo di quel gesto furibondo fu l'azione di “rappresaglia” che Edda subì da parte del padre di Anna. Non c'erano prove che potevano accusare direttamente il macellaio ma tanti sospetti. Si parlava che Edda avesse subito la mutilazione della mano sinistra e per questo il topolino fuggì a cercare nuovi proprietari e lei costretta a cessare l'attività per cui era famosa.
Il risultato certo, fu che Vittorione venne allontanato dal nostro giardino per molto tempo e rinchiuso in un certo “istituto”.


1 commento:

  1. Mi è venuta voglia di rivedere il primo Argento, oggi con una consapevolezza: dov'è la "normalità"?

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