18° episodio: de "L'aiuto Becchino"
Passarono i giorni del lutto. Io mi consolavo concentrando le mie attenzioni su Angela, la quale negli ultimi tempi era diventata più distante e sfuggente. Ripresi la mia mania del quaderno ma questa volta sforzandomi a scrivere frasi e pensieri più in linea alla mia età. Dopo vari tentativi di poetica pre-adolescenziale “corretta”, rinunciai e mi gettai alla collezione delle figurine dei calciatori. Niente da fare, non riuscivo a farmi piacere quella serie di volti di maschi rudi con espressioni che vagamente mi ricordavano le foto sulle lapidi dei miei amici “condomini”. Così la mia neo nata passione di collezionista si riversò su una grande novità del mondo delle figurine: I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni a colori! Una delizia di raccolta, con disegni originali che narravano l'intero italico romanzo per eccelenza. Conoscevo il romanzo grazie alla tv che trasmetteva in versione "sceneggiato televisivo" la storia dei due poveri amanti, interpretati da Paola Pitagora e Nino Castelnuovo, quindi il giorno raccoglievo le figurine e la sera controllavo in tv che le vicende di Lorenzo e Lucia seguissero diligentemente le pagine del mio album.
La mia nuova passione, mi permise di scoprire anche le magnificenze della profumazione della colla coccoina in barattolo, molto simile ai lumini che vendevamo ai nostri clienti. Il suo dolce profumo di mandorla mi invitava a incollare le figurine all'infinito, a volte incollavo i “doppioni” anche sui mobili di cucina, cosa che non rendeva felice mia madre ma Aurelia assecondava con pazienza questa mia nuova distrazione.
La nonna, aveva subito più di altri, la scomparsa di Vittorione. Stranamente, anche Enzino sembrava molto colpito da quel tragico evento.
Aurelia e Enzino, erano la coppia comica della famiglia. Sporadicamente, si esibivano in un esilerante dialogo muto, fatto da espressioni facciali condito dalle più varie linguacce e smorfie che i migliori clown del circo potessero ideare. E tutti in famiglia restavamo estasiati dalle loro performance improvvisate, regalate a tutti noi nei momenti più impensabili. Ma recentemente, eravamo privi di questo intrattenimento d'avanspettacolo effettuato in uno dei palchi più straordinari che esistesse: il cimitero.
Una di quelle sere silenziose e priva del fantomatico duetto, Andrea interruppe la cena, ricordando a Remo che l'indomani non sarebbe stato disponibile, perchè doveva accompagnare Anna dal Dottor Pazzerini, il nostro medico di famiglia, per una visita di controllo. Il Dottore Pazzerini era un omone enorme pieno di dolce malinconia. Conosceva la nostra famiglia da sempre, a Remo era solito fargli presente che era il suo temibile avversario nella gara della vita.
Andrea non ebbe risposta e arrabbiandosi perchè nessuno chiedeva delle condizioni di Anna, si alzò in piedi e rivolto a tutti disse:
“Dio mio! Basta piangerci adosso. Vittorione non avrebbe voluto. La vita va avanti.”
e la nonna rispose:
“Così come la morte!”
Il Dottor Pazzerini visto da Otto Dix... |
Sceneggiati in bianco e nero, figurine e coccoina, qualche sasso x balocco. I giovani di oggi non sanno cosa vuol dire passare un'infanzia senza che VI SIA ALTRO!
RispondiEliminaA volte mi meraviglio di come abbiamo fatto a sopravvivere. Per me la svolta fu "Bandiera Gialla", che ne sapevo che poi sarebbero arrivate "Non è la Rai", le veline etc. etc., ma gli anni 60, vissuti da chi era escluso dal miracolo economico, era puro medioevo...
Ha ragione Grazia, vivevamo nel medioevo e non lo sapevamo, ed eravamo felici di esserci e di sopravvivere!
RispondiEliminaMentre scrivo (non so perché) mi viene in mente, quando alcuni amici andavano a fare la prova di coraggio con la famosa passeggiata notturna all'interno del cimitero, che metteva in evidenza la forza e la sfida verso la morte di ogni "uomo", che mi sono sempre rifiutato di fare, chiaramente per vigliaccheria...